Comunicato stampa

Consiglio Regionale della  Toscana

COMUNICATO STAMPA  n. 147

Rifiuti: Giannarelli, impianto di Tana Termini è nel posto sbagliato

La commissione d’inchiesta in visita a San Marcello Piteglio (Pistoia). Il presidente: “Favorevoli ai biodigestori anaerobici ma il vincolo localizzativo è serio. La Regione venga sul posto a vedere”. D’accordo anche Marchetti e Montemagni: “Risolvere errori del passato spostando l’impianto”

di Ufficio stampa, 4 febbraio 2019

Primo sopralluogo della “commissione d’inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti”, presieduta da Giacomo Giannarelli (M5S). Questa mattina, lunedì 4 febbraio, si è svolta la visita alla sede Sistemi Biologici srl, società a capitale misto pubblico, dichiarata fallita dal Tribunale di Pistoia nel 2017, che ha avuto in gestione l’impianto di compostaggio Tana Termini situato al confine con Bagni di Lucca. L’impianto è adibito all’attività di stoccaggio e trattamento di rifiuti organici urbani. 
 
Il sopralluogo è stato richiesto dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Maurizio Marchetti, che da tempo lamenta “forti perplessità” sull’impianto ubicato proprio nell’alveo del torrente Lima, in una valle piuttosto stretta, peraltro sottoposta a vincolo paesaggistico. Il contesto ambientale “molto delicato” ha impedito, nel tempo di funzionamento dell’impianto (fermo dall’estate 2016 a seguito di ordinanza di sospensione emessa del sindaco di Piteglio per emissione di miasmi), la realizzazione di manufatti migliorativi della situazione di copertura dei rifiuti, come camini di un’altezza adeguata per evitare la cattiva dispersione di odori. Tana Termini è stato da sempre contrastato da cittadini e attività economiche del luogo e figura anche nella sezione Toscana della relazione conoscitiva svolta dalla commissione parlamentare d’inchiesta su ciclo rifiuti e illeciti ambientali, agli atti della commissione regionale su spinta del presidente Giannarelli
 
Ad accogliere la commissione – oltre il presidente e Marchetti era presente la capogruppo della Lega, Elisa Montemagni – anche un gruppo di cittadini del comitato Valle del Lima, guidato da Fabio Nesti, ai quali Giannarelli ha riportato la posizione dei commissari presenti al sopralluogo: “Siamo favorevoli ai biodigestori anaerobici, perché non producono maleodoranze, recuperano il biogas e abbattono la dispersione del percolato. Tuttavia il luogo scelto per Tana Termini lascia perplessi. Una valle a ridosso del fiume del Lima, con un impatto ambientale evidente”. “Siamo al paradosso – continua il presidente –. Un progetto imprenditoriale, che andrebbe sostenuto e magari replicato in altre parti della Toscana, non può stare in un contesto ambientale come questo”. A pensarla così anche Marchetti e Montemagni che insieme al presidente, e parlando ai cittadini, dichiarano: “La Regione dovrebbe venire sul posto, come abbiamo fatto noi, e rendersi conto della inadeguatezza di questo sito”. Peraltro costruito, dichiara il comitato, su materiale di riporto da cava e su una “frana certificata”. A detta dei consiglieri, la localizzazione è il vero nodo da sciogliere ed è la promessa che hanno lasciato al comitato: “Chiederemo alla Regione di trovare un nuovo sito, più compatibile dal punto di vista ambientale e nel rispetto della popolazione residente. Certo sarebbe utile avere il piano regionale dei rifiuti – osservano – che è in ritardo di tre anni e che non sarà presentato in questa legislatura come ci hanno spiegato bene tecnici regionali nel corso di una audizione”.
 
I commissari hanno anche illustrato l’ipotesi di progetto che ha presentato l’ingegnere di ‘Pistoia compost’, Rossano Degl’Innocenti: il volume dovrebbe aumentare del doppio con la copertura del piazzale attualmente scoperto, il conferimento dovrebbe rimanere inalterato rispetto alle autorizzazioni originarie (31mila tonnellate l’anno). Il tutto per un rischio d’impresa calcolato di circa 500mila euro, come dichiarato dall’ingegnere. Attualmente, ‘Pistoia compost’ (società partecipata al 50 per cento da ‘Greenpower’ e per il resto da privati) ha presentato una prima bozza di progetto. L’acquisto resta comunque subordinato alla concessione dell’Aia (l’Autorizzazione integrata ambientale) da parte della Regione e al recupero dei rifiuti ancora presenti all’interno, circa 5mila tonnellate di materiali, che secondo il curatore fallimentare Ivo Vanninipotrebbero anche essere meno. qualificabili come rifiuti non pericolosi (e come tali da smaltire), costituiti da “compost da riprocessare”, in quanto prodotto finito non conforme alle prescrizioni, nonché da cosiddetti “sovvalli” (scarti di lavorazione).
 
Come emerge dalla relazione della commissione parlamentare, responsabili Arpat hanno dichiarato, in audizione nel novembre 2017, che l’impianto trattava la frazione compostabile dei rifiuti urbani e le frazioni compostabili dei rifiuti speciali, con una potenzialità di 150 tonnellate/giorno. Viene inoltre rilevato che “avrebbe avuto da sempre grandi difficoltà a produrre compost secondo le regole, poiché produceva sempre compost ‘fuori specifica’, che poi smaltiva in discarica”. 
 
Al sopralluogo era presente anche il responsabile dell’ufficio ambiente del Comune, Cristiano Vannucchi.

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