13-07-2019 Lettera inviata al Ministero e Sovraintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici

                                                               COMITATO “LA VALLE DEL LIMA”

                                                                             Via di Lama, 4

                                                                            51028, Popiglio

                                                                   San Marcello Pistoiese (Pt)

  • Al Ministero dei Beni Architettonici e Paesaggistici
  • Alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • Alla Direzione Urbanistica e Politiche Abitative
  • Al sig. Sindaco del Comune di S.Marcello Piteglio
  • E per conoscenza al sig. Sindaco del comune di Bagni di Lucca

Oggetto: Memorie ed osservazioni al parere rilasciato dalla competente Soprintendenza per la provincia di Pistoia in merito al progetto di ampliamento dell’impianto a digestione anaerobica in località Tana a Termini (comune di S.Marcello – Piteglio a confine con la provincia di Lucca e il comune di Bagni di Lucca).

Il comitato “La valle del Lima” dando seguito alle proprie finalità di valorizzazione e difesa del territorio della Valle del Lima, con la presente rende le seguenti memorie ed osservazioni agli organi competenti in ordine a quanto in oggetto indicato, per essere valutate e per essere accolte, qualora effettivamente ritenute meritevoli; tali osservazioni, in questa fase sono rese in maniera sintetica ed impostate esclusivamente sugli aspetti paesaggistici, pertanto da una prima analisi, si è rilevato che:

la documentazione allegata alla richiesta di autorizzazione paesaggistica, non prende in esame l’analisi e la verifica di alcuni aspetti fondamentali nonché obbligatori di fattibilità e precisamente si rileva:

  • Assenza della verifica della conformità con gli obiettivi, le direttive e le prescrizioni della disciplina dei beni paesaggistici di cui alla DCRT 37/2015 di cui al punto 15 della relazione paesaggistica; elaborato 8B PIT con valenza di piano paesaggistico approvato con DCRT n. 37 DEL 27/03/2015; a tal fine si chiede di verificare se l’intervento in progetto è classificabile negli impianti per la produzione di energia o discariche e impianti di incenerimento dei rifiuti autorizzati come impianti di smaltimento (All.B parte IV D.Lgs. 152/06) e valutarne l’effettiva conformità con le prescrizioni di cui all’Elaborato 8B;
  • Assenza di valutazione di coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica;

SEGUE ARTICOLO 8 DISCIPLINA DEL PAESAGGIO:

Articolo 8 I fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal R.D. 11 dicembre 1933, n.1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. ( art.142. c.1, lett. c, Codice)

8.1. Obiettivi – Gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo del territorio, i piani di settore e gli interventi, fatti salvi quelli necessari alla messa in sicurezza idraulica, devono perseguire i seguenti obiettivi:

a – tutelare la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri naturalistici, storico-identitari ed estetico percettivi delle sponde e delle relative fasce di tutela salvaguardando la varietà e la tipicità dei paesaggi fluviali, le visuali panoramiche che si aprono dalle sponde ed in particolare dai ponti quali luoghi privilegiati per l’ampia percezione che offrono verso il paesaggio fluviale;

b – evitare i processi di artificializzazione degli alvei e delle fasce fluviali e garantire che gli interventi di trasformazione non compromettano i rapporti figurativi consolidati dei paesaggi fluviali, la qualità delle acque e degli ecosistemi;

c – limitare i processi di antropizzazione e favorire il ripristino della morfologia naturale dei corsi d’acqua e delle relative sponde, con particolare riferimento alla vegetazione ripariale;

d – migliorare la qualità ecosistemica dell’ambiente fluviale con particolare riferimento ai corridoi ecologici indicati come “direttrici di connessione fluviali da riqualificare” nelle elaborazioni del Piano Paesaggistico;

e – riqualificare e recuperare i paesaggi fluviali degradati;

f – promuovere forme di fruizione sostenibile del fiume e delle fasce fluviali.

8.2. Direttive – Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti di governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per la propria competenza, fatti salvi gli interventi necessari alla sicurezza idraulica privilegiando quelli coerenti con il contesto paesaggistico, provvedono a:

a – individuare i corsi d’acqua caratterizzati dalla presenza di rilevanti valori ecosistemici e paesaggistici, con particolare riferimento alla presenza di habitat fluviali di interesse comunitario e/o regionale;

b – riconoscere il sistema storico delle opere idrauliche di valore testimoniale e dei manufatti edilizi connessi con la presenza del corso d’acqua, promuovendone altresì il mantenimento, la conservazione e la valorizzazione;

c – riconoscere i principali punti di vista e le visuali percepibili anche dagli attraversamenti, connotati da un elevato valore estetico-percettivo;

d – individuare i tratti fluviali che presentano potenziale di navigabilità e le sponde accessibili al pubblico con i relativi punti di vista e percorsi pedonali e ciclabili

Elaborato 8B

Disciplina dei beni paesaggistici (artt. 134 e 157 del Codice) 8

e – tutelare e riqualificare i caratteri morfologici e figurativi dei fiumi e torrenti anche in relazione alle loro aree di pertinenza;

f – garantire che gli interventi volti a mantenere e ripristinare la funzionalità del reticolo idraulico, con particolare riferimento al fondovalle e alle aree di pianura, rispettino i caratteri ecosistemici, identitari e percettivi propri del contesto fluviale;

g – tutelare e valorizzare i caratteri geomorfologici tipici dei corsi d’acqua quali ad esempio cascate, forre, orridi, meandri, golene, terrazzi alluvionali;

h – tutelare le formazioni vegetali autoctone (ripariali e planiziali) e individuare le fasce ripariali da sottoporre a progetti di riqualificazione, con particolare riferimento ai corridoi ecologici da riqualificare come individuati dagli elaborati del Piano Paesaggistico;

i – promuovere, anche attraverso sistemi perequativi, la delocalizzazione, all’esterno delle fasce di pertinenza fluviale, degli insediamenti produttivi non compatibili con la tutela paesaggistica, idraulica ed ecosistemica degli ambiti fluviali, anche sulla base delle criticità individuate dal Piano Paesaggistico;

l – contenere nuovi carichi insediativi entro i limiti del territorio urbanizzato e garantire che gli interventi di trasformazione urbanistico ed edilizia non compromettano il contesto paesaggistico e le visuali connotate da un elevato valore estetico-percettivo;

m – favorire la creazione di punti di sosta, itinerari, percorsi di mobilità dolce, e incentivare iniziative volte al recupero di manufatti e opere di valore storico culturale, comprese le opere idrauliche storicamente legate al corso d’acqua (mulini, chiuse, ponti, briglie, vasche), al fine di valorizzare e ricostituire le relazioni tra comunità e fiume;

n – realizzare una gestione sostenibile delle periodiche attività di taglio della vegetazione ripariale, evitando alterazioni significative degli ecosistemi fluviali e della continuità e qualità delle fasce ripariali;

o – promuovere interventi che assicurino l’incremento delle superfici permeabili e degli spazi aperti incentivandone la fruizione collettiva anche attraverso interventi finalizzati alla rimozione di elementi artificiali che compromettono le visuali connotate da un elevato valore estetico-percettivo.

8.3. Prescrizioni

a – Fermo restando il rispetto dei requisiti tecnici derivanti da obblighi di legge relativi alla sicurezza idraulica, gli interventi di trasformazione dello stato dei luoghi sono ammessi a condizione che :

1 – non compromettano la vegetazione ripariale, i caratteri ecosistemici caratterizzanti il paesaggio fluviale e i loro livelli di continuità ecologica;

2 – non impediscano l’accessibilità al corso d’acqua, la sua manutenzione e la possibilità di fruire delle fasce fluviali;

3 – non impediscano la possibilità di divagazione dell’alveo, al fine di consentire il perseguimento di condizioni di equilibrio dinamico e di configurazioni morfologiche meno vincolate e più stabili;

4 – non compromettano la permanenza e la riconoscibilità dei caratteri e dei valori paesaggistici e storico- identitari dei luoghi, anche con riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico.

b – Le trasformazioni sul sistema idrografico, conseguenti alla realizzazione di interventi per la mitigazione del rischio idraulico, necessari per la sicurezza degli insediamenti e delle infrastrutture e non diversamente localizzabili, sono ammesse a condizione che sia garantito, compatibilmente con le esigenze di funzionalità idraulica, il mantenimento dei caratteri e dei valori paesaggistici, anche con riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico.

c – Gli interventi di trasformazione, compresi gli adeguamenti e gli ampliamenti di edifici o infrastrutture esistenti, ove consentiti, e fatti salvi gli interventi necessari alla sicurezza idraulica, sono ammessi a condizione che:

1 – mantengano la relazione funzionale e quindi le dinamiche naturali tra il corpo idrico e il territorio di pertinenza fluviale;

2 – siano coerenti con le caratteristiche morfologiche proprie del contesto e garantiscano l’integrazione paesaggistica, il mantenimento dei caratteri e dei valori paesaggistici, anche con riferimento a quelli riconosciuti dal Piano Paesaggistico;

3 – non compromettano le visuali connotate da elevato valore estetico percettivo;

4 – non modifichino i caratteri tipologici e architettonici del patrimonio insediativo di valore storico ed identitario;

5 – non occludano i varchi e le visuali panoramiche, da e verso il corso d’acqua, che si aprono lungo le rive e dai tracciati accessibili al pubblico e non concorrano alla formazione di fronti urbani continui.

d – Le opere e gli interventi relativi alle infrastrutture viarie, ferroviarie ed a rete (pubbliche e di interesse pubblico), anche finalizzate all’attraversamento del corpo idrico, sono ammesse a condizione che il tracciato dell’infrastruttura non comprometta i caratteri morfologici, idrodinamici ed ecosistemici del corpo idrico e garantiscano l’integrazione paesaggistica, il mantenimento dei valori identificati dal Piano Paesaggistico e il minor impatto visivo possibile.

e – Le nuove aree destinate a parcheggio fuori dalle aree urbanizzate sono ammesse a condizione che gli interventi non comportino aumento dell’impermeabilizzazione del suolo e siano realizzati con tecniche e materiali ecocompatibili evitando l’utilizzo di nuove strutture in muratura.

f – La realizzazione di nuove strutture a carattere temporaneo e rimovibili, ivi incluse quelle connesse alle attività turistico-ricreative e agricole, è ammessa a condizione che gli interventi non alterino negativamente la qualità percettiva, dei luoghi, l’accessibilità e la fruibilità delle rive, e prevedano altresì il ricorso a tecniche e materiali ecocompatibili, garantendo il ripristino dei luoghi e la riciclabilità o il recupero delle componenti utilizzate.

g – Non sono ammesse nuove previsioni, fuori dal territorio urbanizzato, di:

– edifici di carattere permanente ad eccezione degli annessi rurali;

– depositi a cielo aperto di qualunque natura che non adottino soluzioni atte a minimizzare l’impatto visivo o che non siano riconducibili ad attività di cantiere;

– discariche e impianti di incenerimento dei rifiuti autorizzati come impianti di smaltimento (All.B parte IV del D.Lgs. 152/06). Sono ammessi alle condizioni di cui alla precedente lett c) punti 2 , 3, 4 e 5:

– gli impianti per la depurazione delle acque reflue;

– impianti per la produzione di energia;

– gli interventi di rilocalizzazione di strutture esistenti funzionali al loro allontanamento dalle aree di pertinenza fluviale e alla riqualificazione di queste ultime come individuato dagli atti di pianificazione.

h – Non è ammesso l’inserimento di manufatti (ivi incluse le strutture per la cartellonistica e la segnaletica non indispensabili per la sicurezza stradale) che possano interferire negativamente o limitare le visuali panoramiche.

  • Assenza delle norme del P di F vigente del comune di San Marcello – Piteglio (nel caso specifico quelle vigenti su Piteglio);
  • Valutazione degli effetti conseguenti all’opera e di mitigazione dell’intervento oggettivamente discutibili, in quanto inaccettabile ritenere come effetto conseguente della realizzazione del progetto di ampliamento e trasformazione dell’area, un effetto migliorativo del paesaggio e dell’ambiente “poiché si andrà a recuperare un corpo già costruito che creerebbe degrado se lasciato allo stato di abbandono” ed ancora “la percezione del recupero dell’impianto sarà poco invasiva”;

Si sottolinea infatti che il progetto è stato camuffato come recupero del complesso industriale ma in realtà tale “recupero” (di strutture comunque recentemente realizzate) comporta effettivamente ampliamento del corpo industriale, la realizzazione di imponenti serbatoi e depuratori fuori terra, la modifica dello skyline, della morfologia del terreno, la movimentazione di terra, opere di sostegno su sponda del fiume ecc.); infine si ammette la visibilità di tale intervento dal “piccolo borgo di Lucchio” (di cui si allegano notizie tratte da wikipedia e alcune recensioni riguardanti la particolarità di questo paese montano da cui si domina tutta la valle della Lima del versante pistoiese); proprio per questo motivo, a modesto avviso, valutiamo l’intervento inammissibile da un punto di vista paesaggistico, in quanto il nuovo progetto necessita di imponenti macchinari e impianti che produrranno inevitabilmente l’alterazione percettiva del paesaggio visibile da Lucchio (ma anche dalla strada statale n. 12), compromettendo quindi le visuali connotate dall’elevato valore estetico percettivo, trattandosi di un progetto invasivo e non coerente agli obiettivi di qualità paesaggistica per sua natura e non per l’impostazione e le soluzioni adottate dal progettista;

SEGUONO NOTIZIE E RECENSIONI SU LUCCHIO:

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Come testimoniato dal toponimo stesso (lucus, ovvero “luogo ricoperto di boschi”), la frazione di Lucchio si trova situata in un contesto ambientale boschivo, in posizione soprelevata sulla piana di Lucca, alle pendici del monte noto come Penna di Lucchio. È inserito nella Val di Lima subito comunicante l’Appennino Pistoiese, fornendo così un’ampia visuale sul territorio, come per la piana di Pisa; la sua posizione fu sfruttata dallo stato lucchese come avamposto militare strategico.

Esiste un sentiero sterrato, che porta alla località di Croce a Veglia, dov’è possibile godere di una visuale panoramica di tutto il circondario: di qui passava un’antica via percorsa dai pellegrini che trovavano rifugio e ristoro nello Spedaletto di cui rimangono pochi ruderi. Tale tracciato coincise anche con un breve tratto della Linea Gotica.

Rocca di Lucchio[modifica | modifica wikitesto]

Tale fortezza è quanto rimane di un antico bastione medioevale, cui si trova sul crinale della pendice del monte omomimo: nella faccia rivolta al paese notiamo una forte pendenza con le tipiche caratteristiche case arroccate le cui fondamenta poggiano quasi sui tetti di quelle sottostanti, mentre nella parte rivolta verso il mare notiamo una parete a strapiombo, la quale sembra farsi tutt’uno con le pareti del bastione.

Recensito il 24 agosto 2017

Un posto magico

Salire sulla rocca che sovrasta il borgo di Lucchio è come ritrovarsi in un altra epoca. A me ha ricordato una scena del film “La storia fantastica”, queste rovine a strapiombo sulla vallata del fiume Lima. Veramente una passeggiata che consiglio se siete in zona, sia per la bellezza del borgo, sia per la vista che si può godere in cima alla rocca.

Recensito il 13 agosto 2017

Salire lassù e incontrare il passato

Paesino incastrato nella montagna, quasi un set della vita che non c’è più. Vicoli e panorami aspri, percorso nella bomboniera grigia verso i resti della rocca. Arrivati lassù _ occhio alla pendenza _ panorama da urlo. Ne vale la pena.

Data dell’esperienza: agosto 2017

Recensito il 20 luglio 2017 da dispositivo mobile

Posto incantato…anche per bambini.

Assolutamente da non perdere. Anche mio figlio di 7 anni è rimasto affascinato dal posto. L’ascesa alla rocca è veramente emozionante.

Data dell’esperienza: luglio 2017

Recensito il 22 maggio 2017 da dispositivo mobile

In capo al mondo

Posto magico!!non so quanti lo conoscano e quanti si avventurino..ma éun posto davvero magico…scarpe da ginnastica, bottiglie da riempire alla fontana del ‘600 e poi si va…caratteristico villaggio arroccato sul monte…la fortezza é da raggiungere per un sentierino piccolo piccolo e arrivare in cima é liberatorio…magnifico!!!visitatelo visitatelo visitatelo!!!

Data dell’esperienza: maggio 2017

Recensito il 1 settembre 2018

Borgo da vedere

Borgo sullamontagna,se si vuole vedere un posto fuori dalle consuete mete turistichesarete ricompensati…lo consiglio

Data dell’esperienza: agosto 2018

Recensito il 27 gennaio 2019 da dispositivo mobile

Passeggiata alla Rocca

Un passaggio mozzafiato visibile dopo aver seguito un piccolo sentiero. Il paese è quasi abbandonato..peccato!!

  • La valutazione della mitigazione dell’intervento è un altro aspetto oggettivamente discutibile, in quanto inaccettabile ritenere che “le soluzioni progettuali proposte permettono di preservare e contribuiscono a valorizzare la percezione visiva degli elementi più significativi e connotanti il paesaggio”.

Si evidenzia l’impatto che potranno portare i serbatoi fuori terra sul ciglio di sponda del fiume Lima, i muraglioni di gabbioni con modifica dello skyline, e non di minor importanza l’impatto che inevitabilmente porteranno sul territorio, il transito di autocarri sull’inadeguata (e spesso interrotta) strada statale n. 12 dell’Abetone e del Brennero, in un’area montana attualmente identificata con un rapporto stretto col suo fiume ove vengono svolte numerose attività sportive come volano di sviluppo occupazionale ed economico, per di più nelle vicinanze a Siti di Natura 2000 e cioè le zone calcaree della Val di Lima e del Balzo Nero che sovrastano l’area di intervento.

Ciò premesso, desideriamo portare all’attenzione di codesti Enti competenti gli effetti devastanti all’economia della Val di Lima dall’intervento in progetto, chiedendo una verifica dell’Autorizzazione Paesaggistica rilasciata, tenendo conto anche delle osservazioni sopra riportate che fanno cenno a vizi di illegittimità per difetti di istruttoria e insufficienti motivazioni ed in ultima analisi si chiede:

il rilascio di un parere sulla compatibilità del progetto con i valori paesaggistici che qualificano il contesto di riferimento e la classificazione dell’impianto in progetto.

Ringraziando anticipatamente, porgiamo cordiali saluti.

Popiglio, 13 luglio 2019

Il presidente del Comitato Valle del Lima

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