IL TORRENTE LIMA TRA TANA A TERMINE E IL MONTE MAIORE
Premessa
Questa presentazione è rivolta all’illustrazione delle caratteristiche del Torrente Lima nel pistoiese, con un’inquadratura storica e geomorfologica che dal periodo del Granducato di Toscana arriva fino ai giorni nostri, un periodo contrassegnato da enormi cambiamenti sociali, economici e culturali. Per contestualizzare gli avvenimenti nello scenario della montagna, abbiamo ritenuto opportuno considerare tutti gli elementi partendo dalla lettura della cartografia delle strade e dei corsi d’acqua. In particolare trattiamo dei mutamenti degli insediamenti nel territorio di San Marcello Pistoiese-Piteglio, ossia in un ambiente che, in applicazione di particolari statuti e regolamenti, per secoli si è conservato come un caposaldo di libertà. Anche da qui l’esigenza che questo territorio si mantenga integro in relazione anche con i naturali processi di crescita dei cicli del verde, con l’obbligo per tutti di salvaguardare l’ambiente. Il riferimento, voluto, è ai cambiamenti previsti per la sponda del Lima preannunciati in questi ultimi mesi, di cui parleremo più avanti e a proposito dei quali non abbiamo timore di rivelare la nostra contrarietà
Agli uomini spesso può capitare di perdere contatto col risultato delle attività e di non comprendere il senso del rapporto tra il lavoro e il suo prodotto. Questo è ciò che sta probabilmente per accadere su un versante della media valle del Lima, in un punto in cui un’azienda di compostaggio – in virtù delle possibilità tecniche – vuol realizzare un sito di stoccaggio rifiuti. Accade, infatti che, per qualche meccanismo sconosciuto si vorrebbe riaprire un sito e un’attività di smaltimento, la percezione è quella di un oggetto che dista soli 50 metri dal limite del Comune di Bagni di Lucca. Probabilmente senza nemmeno rendersene conto, in questo modo non solo si umilia la montagna,
ma soprattutto si compromettono le acque del bacino imbrifero che costituiscono la valle del Lima, una zona di circa 315 kmq caratterizzata in prevalenza da boschi e monti di raro fascino.
Previe queste considerazioni, dunque possiamo riscoprire la bellezza della montagna pistoiese nelle sue vette e nelle vie dei suoi monti, che l’occhio non si stanca mai di contemplare: divaga da un luogo all’altro, ritorna sugli insediamenti isolati e sui terreni coltivati e specie sulla fascia di sorgenti e torrenti d’acque purissime ricompresa fra il versante est di: Corno alle Scale a 1.945 m., Penna di Lucchio a 1.176 m. e Libro Aperto a 1937 m., mentre sull’altro versante si trova la zona di Femminamorta a 1.881 m., del Monte Spigolino a 1.827 m. e del M. Rondinaio a 1.964 metri.
Fonti cartografiche di vari autori ci riportano a scoprire molti luoghi attraversati dal torrente Lima, che nasce dalla vetta del Monte Maiore a 1492 m s.l.m. e si distingue in un ampio spazio per il carattere torrentizio, in un territorio dove le cime oltrepassano i 1.500 m. di quota. Il corso d’acqua principale, con un percorso irregolare, scorre in aree rocciose di grande interesse naturalistico, ha alvei di fondovalle caratterizzati da gole frastagliate e canyon ricchi di acqua in cui occorre fare attenzione. Il clima dei fondi valle è nel complesso abbastanza mite con temperature medie di 13,6°C , (con medie estive di 21°C ed invernali si 6°C). Dal 2006 il Torrente con i suoi affluenti del reticolo idrografico fa parte del Bacino del Lima e, così come definito dalla legge 18 maggio 1989 n. 183, appartiene come sottobacino al Bacino idrografico del Fiume Serchio che si estende per 1.408,00 kmq includendo il territorio dalle Apuane al mare di Camaiore a Massaciuccoli. Per trovare una notizia valida ai fini amministrativi del Torrente Lima, bisogna andare peraltro al XVIII secolo quando nella Carta del Vicariato di San Marcello appare il nome di Lima e il monte dalle cui pendici scaturiscono le acque: nell’area si svolge il tracciato allungato caratterizzato tra gli insediamenti di Popiglio e Piteglio dal ponte di Castruccio. L’asta fluviale che con i suoi affluenti accompagna la catena appenninica con un andamento parallelo alla dorsale dall’Abetone a Cutigliano di per sé non è un pericolo ma può diventarlo in presenza di forti piogge.
Le acque del Torrente Lima coprono un’area definita:
1) a nord dal parallelo, che passa da M. Maiore (44° 09’ 19’’) a 1.491 m. di quota;
2) a sud dal parallelo che passa da Benabbio (43° 59’ 51’’) a 549 m.;
3) a ovest dal meridiano passante dal fiume Serchio, a 10° 33’ 12,20’’, a 94 m. di quota;
4) a est dal meridiano che passa da Corno alle Scale a 10° 49’ 51’’, a 1.851 m. Il territorio occupato dal Lima per complessivi 42 km presenta caratteri omogenei, anche se vi sono grosse diversità tra la zona lucchese più piana e quella pistoiese essenzialmente più rocciosa, contraddistinta dalla cultura del castagno e del faggio e in tempi recenti dall’attività agrituristica.

Estratto carta al 25.000 IGM- sorgente del Lima
La zona del Lima di San Marcello-Piteglio per 13.496 ettari è la parte più utilizzata e coltivata ed anche se da secoli ha perso il ruolo guida del Capitanato della Montagna resta come una sorta di piccolo Eldorado per la coltivazione preziosa del castagno e di faggio, con boschi che sfidano i venti dell’appennino da 523 m a 960 m. s.l.m. La parte del Lima che comprende l’alta valle si distingue per grandi cambiamenti con ondate di umidità, dovute a una piovosità media di 1900 mm per anno, alle numerose sorgenti e allo scioglimento delle nevi che, formando canaloni, hanno influenzato da sempre i drenaggi dell’entroterra. Una testimonianza di questa situazione del territorio è data dal fenomeno abbastanza diffuso di frammentazione di blocchi rocciosi e della caduta massi lungo i pendii, d’inverno c’è sempre quella preoccupazione: “viene giù di tutto….c’è una frana da qualche parte”

Torrente Lima
Sotto molti aspetti la frammentazione di blocchi di roccia e le scariche di pietra che hanno influenzato la durevolezza dei materiali da costruzione sul posto è da attribuire all’altissimo livello di umidità delle montagne, fenomeno che risulta ancora oggi con un aspetto complesso, ed ha contribuito alla frammentazione degli insediamenti colonici del mondo contadino e poi anche al loro abbandono. Di notevole interesse sono i margini orientali della montagna, come ad esempio Lamuele, che compare nelle antiche carte al posto di Piteglio. Tra l’altro lungo il corso d’acqua compaiono il rio delle Lame, La Fontana, La Pescaia: ciò significa che il percorso è sempre condizionato dalla struttura geomorfologica del suolo, così come la direzione delle acque è determinata dall’accavallamento delle arenarie di Monte Modino sulle arenarie di Monte Cervarola.
La valle del Lima si può dire abitata da sempre, come dimostrano antichissimi toponimi – è il caso di molte località dell’area dai noi presa in esame – attribuibili a popoli preindoeuropei–mediterranei. Nella radice dei nomi rivive con forza lo spirito di un luogo in rapporto anche con la sua situazione sociale: così ad esempio abbiamo “Lam” ricco di sorgenti, “Pal” rotondeggiante, “Cue” appuntito,
“Cav” transito, “Cal” roccioso (pensiamo al Passo della Calanca), e “Lambure”, che fa riferimento a grossi massi erratici caratterizzati da fossette, fori, nicchie, pozzetti.
Per le funzioni dei paesi lo studio riconduce a due fasce: l’alta Val di Lima, che riguarda la struttura della Montagna compresa tra Maiore a 1482 m e la Lima a 450 m, e la bassa val di Lima che termina a Chifenti sul fiume Serchio. I caratteri naturalistici e ambientali della montagna rispecchiano un codice complesso che ha una varietà di formazioni geologiche: sull’intera area si estendono le arenarie dell’unità Cervarola -Falterona.1 Negli ultimi anni è stata implementata e molto diversificata l’attività sportiva che interessa sopra tutto la parte alta del torrente, quella caratterizzata da una portata d’acqua con un minimo da 6 m³/s a 2,2 m³/s, e un massimo di oltre 600 m³/s. Una parte della sua rete di comunicazione è già pronta con le indicazioni dei percorsi e gode del crescente afflusso dei viaggiatori e degli ospiti degli ultimi anni. Le testimonianze di turisti nella valle riportano a situazioni del passato quando la via per l’Abetone era poco transitabile: il corso d’acqua principale segnava il territorio per tutta la lunghezza. L’analisi delle evidenze individuate nell’area fa supporre che le costruzioni edilizie lungo il corso del Lima abbiano avuto gli stessi compiti di residenza e di ospitalità di quelle dell’età moderna. Vecchie fotografie dell’Ottocento, piccole e ingiallite, ritraggono un itinerario protetto dalle acque, specie dove sono maggiormente diversi i rapporti fra la Diocesi di Pistoia e la Diocesi di Lucca; anche se il dato che emerge è che alla fine del Duecento, lungo la direttrice del Lima da Bagni di Lucca per proseguire per Lizzano – Cutigliano, si trasportavano sia panni di produzione locale sia panni prodotti altrove. I registri daziari bassi medievali di questo scenario evidenziano che il commercio dei prodotti tessili avveniva sotto forma di balle di panno, con panni e tessuti importanti (Il Torsello di tela pesante, cotone, canapa antica avvolgeva i tessuti riparandoli dalle intemperie).
OROGENESI E MORFOLOGIA
La natura del terreno rappresenta uno dei problemi di maggiore interesse, specie per quanto riguarda la percorribilità della zona, la natura geologica del suolo influisce sull’esecuzione dei lavori
e delle opere; pure le condizioni idrologiche del suolo, con le caratteristiche delle acque sotterranee, rivestono grande interesse anche perché le oscillazioni stagionali di livello delle acque freatiche possono rendere terreni da asciutti a paludosi e in sostanza impraticabili. La caratteristica geomorfologica principale della Valle del Lima risulta evidente anche da una lettura sommaria della
carta geografica per l’abbondanza di rocce affioranti. La Valle del Lima ha una direzione antiappenninica, condizionata dal sollevamento dell’Altopiano delle Pizzorne, che ha impedito il naturale deflusso delle acque verso la piana di Pistoia. L’area è in fase di sollevamento: la valle è molto stretta, con fianchi vallivi ripidi e frastagliati, interessati da fenomeni di versante con frane e
deformazioni gravitative estese che posseggono un notevole potere autolegante. La presenza di
terrazzi alluvionali o di spianate di erosione fluviale, posti a diverse altezze sui due fianchi della
valle, sta ad indicare che il Torrente Lima è in rapido approfondimento. Oltre che dalla struttura
geologica e dai movimenti, i versanti sono influenzati anche dalle caratteristiche litologiche delle
formazioni affioranti. Forme più aspre e versanti più acclivi, localmente vicini alla verticale, sono
osservabili in corrispondenza delle litologie calcaree

Bacino idrografico del Lima

Carta IGM al 25.000 di Cutigliano
affioranti nel “Nucleo Mesozoico della Val di Lima”. I versanti costituiti quasi esclusivamente da arenaria, con Macigno di Monte Modino e Monte Cervarola, risultano essere molto acclivi nella parte medio bassa, mentre nella parte alta, non coinvolta dall’erosione accelerata, hanno forme più arrotondate. Le litologie argillitiche, affioranti in larga parte nel sottobacino del Rio Limestre di San Marcello Pistoiese, determinano un paesaggio con poche asperità. Ne risulta una rete idrografica particolarmente originale, compresa nell’antica diocesi di Pistoia (Vd.si carta allegata), anche se, per ragioni di carattere geo-topografico, è sembrato opportuno gettare uno sguardo pure alla zona circostante, oltre ai confini della diocesi verso la Garfagnana. In particolare i quesiti che questa indagine tende a risolvere sono relativi a quando le variazioni del bacino del Torrente Lima hanno avuto inizio in passato e a quale incidenza ambientale il suddetto processo contribuirà con l’evoluzione dell’insediamento, specialmente nell’ipotesi di riprendere l’attività di trasformazione dei rifiuti a Tana a Termine. .

S.S. N.12 Tana a Termini – Torrente Lima

Linea Displuviale provincia di Pistoia e di Modena
Dicono i manuali che la carta geografica è una rappresentazione ridotta e simbolica della superficie terrestre utilizzata per praticità e migliore comprensione del reale. Nel nostro caso la Gran Carta d’Italia realizzata dall’IGM mostra in forma sintetica le caratteristiche geologiche del terreno. La ricerca sul sistema paesaggistico della montagna pistoiese, che rappresenta un’area storicamente determinante per la realtà toscana a confine con l’Emilia, si è concentrata particolarmente sulla rappresentazione degli abitati principali e dell’orografia dei monti resa in prospettiva con la tecnica a monticelli.
I SEGNI DEL TEMPO: UNA CHIAVE DI LETTURA. LE CARTE STORICHE.
Nel Medioevo le campagne dell’alta Toscana erano marcate da fondazioni religiose ospedaliere che fornivano assistenza a tutti quelli che ne attraversavano il territorio: una zona segnata a nord dai contrafforti dell’Appennino e da molti corsi d’acqua, mentre l’area dei fondovalle era in gran parte occupata da paludi, da stagni e da laghi; era quindi un’area ricca di acqua a nord e a sud, pur presentando in molte località un clima favorevole che consentiva la crescita dei castagni. In
queste terre scarsamente produttive, anche per la conformazione morfologica della montagna, i Longobardi prima e i Franchi avevano dato vita a fondazioni ecclesiastiche e a percorsi carrabili che divennero anche religiosi. Dopo il non facile attraversamento della Tuscia settentrionale, che da San Miniato va a Pescia, i viaggiatori si avvantaggiavano imboccando la Val di Lima per puntare alla dorsale tosco-emiliana: il Passo della Croce Arcana lascia una traccia evidente dell’organizzazione teutonica tanto più che i comuni di Pistoia e di Lucca costituivano importanti basi del partito ghibellino. Pistoia era un punto nodale strategico poiché era sede del Gastaldo, anche il Vescovo ricopriva un ruolo politico importante e risiedeva nell’antico palazzo dei vescovi separato dal capitolo della Cattedrale. Però è col viaggio a Roma di Ottone III2 nell’anno 998 d C3, che prende quota la strada romea tra Pistoia e Modena: il sovrano in pratica istituzionalizza il percorso che non fa rimpiangere la via Cassiola romana. All’epoca la riapertura di un itinerario diretto nord-sud che serviva a collegare Roma con Norimberga e i tanti paesi dell’Europa centrale e settentrionale, di fatto ravvicinava gli spazi abitati dell’area mediterranea con quelli gravitanti sul Danubio, realizzando un collegamento capillare fra i maggiori centri europei. La prima citazione del valico della Croce di ferro proviene dagli imperatori germanici che vi transitavano per andare a Roma. Il Passo della Croce Arcana a 1.669 m s.l.m. rappresenta il crocevia tra Emilia e Toscana, ed il ricordo è rimasto nella cartografia: la strada viene infatti indicata come via Imperiale. Scollinando si distingue per la Croce in ferro che compare sopra i prati con l’iscrizione Anno Santo 19334: riposizionata nel luogo di un’altra croce, antica, andata smarrita, vuol essere simbolo di vita. Ricordiamo che i bracci nella tradizione iconografica rappresentano la compenetrazione di due realtà, della dimensione verticale con quella orizzontale, ossia del cielo e della terra e che con la croce abbiamo pure un efficace simbolo del “bivio”, inteso come luogo ove si intersecano le strade dei defunti e dei vivi. In particolare questo percorso sostituiva quella ancor più vecchio del Passo della Calanca 1.785 m. s.l.m. o dei Tre Termini da Lizzano a Nonantola. Il passo si chiama in questo modo perché punto di confine tra Modena, Bologna e Pistoia. Il problema della definizione dei confini tra Modena e Bologna, nato a partire dal XIII secolo, venne chiuso in questa zona il 27 maggio del 1763, quando venne firmato l’atto di Confinazione tra Bologna e Modena. A fine 700 nasceva la nuova Via dell’Abetone per Modena, che passava da San Marcello, Cutigliano Pievepelago, Pavullo del Frignano, e sostituiva quella più antica della Croce Arcana o anche dell’Alpe alla Croce.
La nuova strada Ximeniana dell’Ottocento aveva un percorso regolare reso più sicuro da opere di sosta e dallo spoglio del manto boschivo; il suo buon livello di percorrenza con vari ponti contribuì all’incremento dell’industria del ghiaccio, della carta e della affinazione del ferro proveniente dall’Elba. La principale strada della valle del Lima che proveniva da Pistoia via Piteglio attraversava le Dogane granducali al Ponte di Castruccio, mentre la via più importante che proveniva da Lucca passava dalla Croce Brandelliana di Prunetta per giungere alla stazione di
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Passo della Croce Arcana a 1.669 m

Migliorini e quindi i ponti sul Lima. Un’altra strada nasceva a monte del ponte di Castruccio e costeggiando il lato destro del Lima attraversava l’antico insediamento di Cannale, località ora denominata le Vigne, e raggiungeva l’antico Cenobio di Campalliana per poi ricongiungersi a Tana a Termine con la strada per Bagni di Lucca e la Garfagnana. Nel 1822 l’evoluzione industriale vide la nascita della prima Cartiera della Lima dei fratelli Cini e lo sviluppo del polo metallurgico delle Ferriera di Mammiano: così si sviluppò il collegamento stradale sul lato destro del Lima.
Passiamo ora all’esame della cartografia storica dell’area presa in considerazione.
La Corografia della Tuscia del 1536 dell’ing. Gerolamo Bellarmato, dim. (490×360 ).mm Si tratta di un’interessante carta pubblicata da Matteo Florimi a Siena nel 1600 circa e basata sulla cartografia del Gerolamo Bellarmato (Siena 1493 – 1560) che fu matematico, ingegnere, architetto e cartografo. Questa carta della Toscana, se la rappresentazione orografica ci rimanda a tecniche tipiche del primo Cinquecento, per altri versi ci porta invece oltre la metà del secolo con un lavoro copiato dall’Atlante dell’Ortelio: il Theatrum Orbis Terrarum (che venne dato alle stampe per la prima volta il 20 maggio 1570)

È assai interessante infatti per l’accurata rappresentazione dei monti Appennini, per la scala in miglia, e per la toponomastica (riporta Cutigliano, San Marcello, Mamiano, Lizzano). La carta corografica della Toscana stampata a Roma in 4 fogli nel 1536 fornì il modello cartografico almeno per mezzo secolo. Dalla lunga dedica a Valerio Orsini (datata 5 agosto 1536) che accompagna la grande carta in 4 fogli apprendiamo che il Bellarmato aveva compiuto a dorso di mulo ripetuti sopralluoghi e misurazioni sul territorio. [cod.1250/15]
La Carta del Vicariato di San Marcello del secolo XVIII ( Archivio di Stato Firenze-Biblioteca seg,197)
È una notevole carta non datata e non firmata, che riporta con apprezzabile dettaglio e precisione l’articolazione delle strade con i ponti e le stazioni di sosta; c’è l’orografia a sfumo con i principali colli e l’idrografica che riporta la classificazione gerarchica dei toponimi con il Fiume Lima. Sono segnati i limiti amministrativi del Vicariato con i principali insediamenti e castelli, tra cui vi sono Cutigliano a 700 m slm e San Marcello Pistoiese a 630 m slm.

Piteglio e Popiglio. Tra questi ultimi due antichi centri abitati c’è un percorso carrabile che li unisce con il Ponte di Castruccio sul Lima. Dopo Piteglio attraversare l’Appennino in età medievale non fu mai facile. Non lo fu in primo luogo per l’asperità del territorio e per i problemi legati alla viabilità con la strada per Modena che si pose a cerniera tra il mondo tirrenico e quello padano della penisola italiana, spesso scelto come percorso cruciale tra nord e sud. L’area del Lima segnata da fondamentali tappe di sosta tra quota 450 m e 1200 m, divenne anche area di passaggio di maestranze comacine che lasciarono traccia del loro passaggio. Come mostra la ricca documentazione storica, sulla via si incontrano i numerosi corsi d’acqua (con alcuni ponti) che costituiscono il sistema idrografico del Lima. Iniziando un resoconto di viaggio nella parte superiore a Cutigliano5 troviamo gli affluenti di sinistra che sono: il Rio di Ribotre, il Rio Maggiore, il Rio Arsiccio, il Fosso di Rifreddo e il Rio dei Cambi e che proseguono con il Rio Volata, il Rio di Forca, il Rio Verdiana, il Fosso Vecchio, il Rio Limestra che passa da Mammiano, e poi a seguire il Rio delle Lame, il Rio Migliorino, il Rio Torbecchia che scende da Piteglio con un pendio finale accentuato in corrispondenza di Popiglio; nell’area a sud gli affluenti proseguono con il Rio Lucignano, il Fosso del Confine (tra Pistoia e Lucca), il Rio Borrana e il Rio Torraccia; la Fossa Fratello e il Rio di Castello.
La Pianta del Capitanato della Montagna di Pistoia del 1748 (Archivio di Stato-Biblioteca )
Particolare attenzione al territorio appare in questa pianta manoscritta non firmata. Acquerellata, ha due cartigli che riportano L’arme del Capitano della Montagna e il titolo La Pianta del Capitanato della Montagna con l’anno di rilievo: la parte descrittiva con il numero di abitanti dei vari centri (in tot. 8.691 a.). Il Capitanato della Montagna – in pratica un sistema autonomo di governo della montagna – nacque come magistratura straordinaria nel 1330 allo scopo di controllare militarmente la zona dei valichi e di reprimere le sommosse; l’ufficio fu continuamente rinnovato fino a diventare stabile nel 1358. Le competenze dei Capitani, sovrapponendosi ed assimilandosi a quelle dei Vicari, consistevano nell’amministrare la giustizia criminale e nel supervisionare quella civile, che rimase competenza dei rettori locali fino al 1366 quando il Capitano divenne l’unica autorità politica, militare e giudiziaria del territorio. La Pianta ha le caratteristiche tipiche del periodo tra il XVI E IL XVII secolo: l’orografia è dimostrata con monticelli posti al di sotto degli abitati che sono rappresentati in prospetto; i fiumi e i torrenti principali sono ben marcati; sono riprodotti i ponti, mentre la rete stradale minore è del tutto assente; tra i dati tecnici c’è la scala grafica in miglia toscane6 (disegnata in scala con 5 mgl); sono rappresentati la rete stradale e i valichi tra cui quello della Croce Arcana con segno distintivo e il toponimo di “la via Imperiale”; il confine con Lucca, Modena, il nord è rappresentato dal vento e da freccia.

La Carta della Diocesi di Pistoia del 1724 ( Biblioteca Nazionale –Manoscritti cartografia)
Questa è una carta su fondo bistro, rilevata e firmata dall’ing. Merlini Giuseppe, che racchiude il territorio dell’Antica Diocesi accompagnato da figure e notizie. I due cartigli, destinati a contenere le informazioni di attribuzione e data, riportano l’elenco dei vescovi conosciuti della Diocesi di Pistoia (dal 1°, Gaudenzio, nell’anno 555, al 78°, Colombino Bassi, anno 1715). La carta, in scala in miglia toscane, ha le caratteristiche tipiche del periodo: l’orografia è dimostrata con i monticelli; gli abitati sono rappresentati in prospettiva; i fiumi e i torrenti principali sono ben marcati; sono rappresentati i ponti; la rete stradale minore è del tutto assente mentre la maggiore, con segno convenzionale e larghezza adeguata, marca i percorsi tra Vicariati e Stati contermini; tra i dati tecnici c’è la scala grafica in miglia toscane; il confine con Lucca, la freccia che esprime il Nord spostata verso la parte sud-ovest del foglio. Si può commentare favorevolmente il disegno del Lago Nero, luogo di nascita del T. Sestaione immissario del Lima, e negativamente invece per la posizione errata del Lago Scafaiolo, troppo basso di quota rispetto la cresta della displuviale. Il paese di Popiglio in prospetto risulta più grande di Piteglio, per la sua secolare storia che risale al 1562, quando era il secondo comune della montagna con 1179 abitanti (dopo Cutigliano che ne aveva 1755, mentre San Marcello ne aveva 931 e Piteglio solo 493). Per il suo ruolo di avamposto di confine con lo stato Lucchese, Popiglio era stato un crocevia della viabilità medievale sul lato destro del Torrente Lima: la strada della valle del Lima che proveniva da Pistoia attraversava le Dogane all’altezza del Ponte sul Lima, mentre la principale strada che proveniva da Lucca passava dalla Croce Brandelliana di Prunetta per giungere alla stazione di Migliorini e quindi al Ponte di Castruccio sul Lima con gli edifici Dogana tra Pistoia e Modena


La Carta topografica di San Marcello Pistoiese del 1881 (I.G. M. -Archivio Cartografico)
La cartografia si occupa dei problemi riguardanti la forma e le dimensioni del territorio, La Tavoletta al 25.000 di San Marcello Pistoiese (Fg. 97 II SO) è una prima carta ad un colore, realizzata con la proiezione naturale-policentrica da Sanson-Flamsteed (un elemento cartografico è compreso in raggio di 15 km). Evidentemente una carta di montagna comporta le maggiori difficoltà di rappresentazione perché si deve fornire la plastica con la visione morfologica dei particolari del paesaggio e della geologia cercando anche la massima fedeltà. Tenendo presente che è sempre utile il confronto applicativo con le carte delle varie epoche, anche da quelle non attendibili geometricamente, con la memoria geografica del passato per l’altimetria-idrografia sono stati realizzati i corsi d’acqua con i grandi alvei, le scarpate delle sponde con il tratteggio degli impluvi mettendo in evidenza rocce e frane con i rispettivi limiti..

Carta al 25.000 di San Marcello P.
Il metodo dell’orografia è a curve di livello equidistanti ad intervalli di 5 m in 5 m, l’orografia particolare comprende le rocce realizzate a tratteggio con luce obliqua; gli abitati sono distinti secondo la loro importanza amministrativa, le strade sono classificate in vari ordini. La carta poi è corredata di scala grafica, segni convenzionale, reticolato geografico e zone dei mappator (Aiut.Top. Lori; asp. Aiut. Top. Crivellarii , Capo Sez, Bandini). L’idrografia del Bacino del Lima è rappresentata da un complesso di affluenti che hanno per confine il crinale che scende dall’Alpe delle Tre potenze e va al Libro Aperto. Le linee dell’idrografia che rappresentano lo sviluppo a valle dei particolari del Lima forniscono dati importanti sul ponte di Castruccio o quello per Lucchio con relativo tracciato di accesso alla Fortezza. La rappresentazione al 25.000 comprende il maggior numero di dettagli possibile con gli incroci stradali e i toponimi; in questa carta è contrassegnato il toponimo Atta a Termini che testimonia una presenza nella valle con la sua forma antica e di confine tra due Comuni- Piteglio e Bagni di Lucca.
La Carta di San Marcello Pistoiese del 1947 ( I.G. M. -Archivio Cartografico-UFF. Vendite)
La Tavoletta F. 97 II SO di San Marcello P. è una carta a scala 1:25.000 con aggiornamento del tipo esistente è realizzata con il sistema basato sulla proiezione di Gauss Boaga (con due fusi
meridiani di 6°con meridiano origine Greenwich e reticolato chilometrico); è stampata in nero con i segni convenzionali per le vie di comunicazione e costruzioni, per l’idrografia, l’orografia e vegetazione; l’equidistanza delle curve di livello è 25 m in 25 m per le curve ausiliarie con curve direttrici ogni 100 m (e decisamente si legge meglio l’orografia del Lima sempre a doppia traccia). Per quanto ci riguarda si deve tener presente che a partire dal 1937 la quasi totalità dei rilievi fu effettuata con il metodo aerofotogrammetrico. Così al termine della Seconda Guerra Mondiale, dopo un breve periodo i lavori ripresero a pieno ritmo nel 1946 e per necessità dell’esercito nel 1951 la cartografia italiana fu inserita nel Sistema con coordinate chilometriche e dati della declinazione di orientamento magnetico e scalimetro.

Dalla carta emergono delle variazioni geomorfologiche del Torrente Lima con gli affluenti di destra che scendono da quota 1.173 m. del Lago Nero; con incrocio a 600 m. di quota del Fosso e del Rio Betraglia, mentre più a valle confluiscono a 475 m di quota il Fosso Torbida Staggianese, a seguire il Rio Casano e il Rio Torbida, da Campagnano.
La Carta di San Marcello Pistoiese del 2005 ( I.G. M. – UFF. Vendite)
La nuova serie DB al 25.000 F. 251 sez. III. di San Marcello P è un elemento sottomultiplo della Carta serie M 792 a Scala 1:50.000, la carta è in rappresentazione UTM e il sistema di riferimento
è basato sull’Ellissoide Internazionale con orientamento ED.50, ed è stampata in 7 colori con i segni convenzionali per la Planimetria (nero), l’idrografia e relativa toponomastica (azzurro), l’Orografia (bistro) e la Vegetazione (verde); l’equidistanza delle curve di livello è 25 m in 25 m per le curve ausiliarie. Ciascuna sezione è limitata dalle trasformate di due paralleli aventi una differenza di latitudine di 6’ e dalle trasformate di due meridiani aventi una differenza di 10’. La cornice è con quadrettatura chilometrica ETR S89; come fonti di compilazione il metodo utilizza informazioni aerofotogrammetriche e immagini telerilevate da satellite o da aereo L’avvento dei moderni sistemi GPS ha permesso la definizione del nuovo Datum WGS84 e dell’equivalente sistema europeo ETR S89 materializzato su reti geodetiche solidali alla placca euro-asiatica, così abbiamo la definizione del 1989 ovvero la ETRF89 che in Europa può considerarsi coincidente con il sistema WG S84.

Carta 25.000 San Marcello
Modifiche sulla sponda del Lima in località Tana a Termine
Dall’esame svolto possiamo trarre alcune considerazioni in merito al quesito posto in premessa. In realtà non è per il raffronto delle caratteristiche geomorfologiche di questa estrema parte della Toscana che abbiamo steso queste note. È necessario focalizzare il processo di erosione; il timore è che, anche se probabilmente non ha inciso sull’evoluzione dell’insediamento, l’incremento
previsto del processo erosivo, dovuto a precipitazioni, possa provocare un depauperamento del manto boschivo con pericolose modifiche dell’alveo.
E su questo potrebbero incidere purtroppo eventi di altra natura, con conseguenze potenzialmente ben più negative sulla rete stradale e sugli insediamenti: a riguardo infatti, da fonti di stampa (Il Tirreno, 29-10-2019) apprendiamo non senza turbamento che la parte occidentale del Comune di San Marcello Piteglio – che riguarda il versante destro del Lima a soli 50 m dal limite del Comune di Bagni di Lucca – è stata scelta dalla società Pistoia Compost per un nuovo impianto di compostaggio. Si tratta della posizione di Atta a Termine, utilizzata nel passato per la raccolta meccanizzata dei rifiuti ma abbandonata da tempo. Veniamo a sapere che si vorrebbe destinare quest’area ad accogliere un nuovo Centro rifiuti dotato di macchine ed attrezzi: una struttura che, se realizzata, rappresenterebbe una rottura degli equilibri ambientali che mal si concilia con il turismo e l’agricoltura. Secondo Il Tirreno (cronaca da Popiglio), tanti preoccupati cittadini hanno voluto assistere alla visita della Commissione Regionale all’ex impianto di Compostaggio di Tana a Termini. Nello specifico il tratto destinato alla discarica occupa uno spazio fisico ristretto tra la Statale del Brennero e la sponda destra del fiume Lima. Negli ultimi anni l’impianto di smaltimento costruito su roccia è rimasto inattivo: ora – forse su richiesta di qualche lontano amministratore – si vorrebbe riattivarlo, con un progetto di localizzazione medio-grande di smaltimento rifiuti e compostaggio. L’attività comporterebbe una considerevole modifica delle condizioni ambientali e della parte vitale delle acque naturali, con notevoli conseguenze negative, sia economiche che sociali. Da quanto si apprende dalla stampa è in crescita il malumore della popolazione, gran parte della quale decisamente non vuole un nuovo impianto in quella zona; da alcuni mesi è anche nato – in opposizione a questo progetto – un combattivo “Comitato Val di Lima”. Considerato il comparto, si sono potuti applicare i rilievi cartografici in coordinate Gauss-Boaga al 25.000 nello svolgimento di un’esercitazione che porterà a identificare e analizzare nel bacino idrografico del torrente Lima (in provincia di Pistoia) le aree a maggiore rischio di dissesto idrogeologico, con particolare riguardo ai centri abitati e alle infrastrutture di comunicazione. In particolare verrà proposto un obiettivo generale e saranno illustrate le principali funzioni che permettono di raggiungerlo. Si chiederà quindi di sperimentare quanto letto sul caso di studio della val di Lima, arrivando via via ad un processo di analisi sempre più approfondito. Quindi dalla sovrapposizione della vecchia carta IGM di San Marcello al 25.000 del 1881 su quella recente di San Marcello del 2005.

(§):scenery generator refers to software used to create landscape images, 3D models, and animations. These programs often use procedural generation to generate the landscapes.

Applicando il software Terrain (§) al rilievo cartografico sopra riportato, nel tratto di San Marcello-Piteglio risultano due cambiamenti di tracciato dell’alveo, che sono indicati con una serie di X verticali di colore rosso. Per una migliore comprensione di quanto possa impattare il Torrente Lima, riportiamo la modifica in pianta dell’Alveo, modifica che scaturisce sul versante settentrionale della Valle, ad una distanza di nemmeno un chilometro da Tana a Termine, ovvero dal sito nascosto da una curva dopo la quale si dovrebbero insediare le pratiche ambientali di smaltimento dei rifiuti a riciclo o compostaggio..

1 unita’ di Monte Cervarola: arenarie torbiditiche quarzoso–feldspatiche a grana fine, in strati sottili, con intervalli di marne siltose e siltiti; a luoghi intercalazioni di turbiditi a grana grossolana in banchi più spessi; rare intercalazioni di olistostromi di materiale ligure: (Aquitaniano–Langhiano sup.), arenarie di Monte Modino — Le Lari: arenarie torbiditiche quarzoso–feldspatiche, talvolta in grossi banchi, alternate a siltiti e argilliti.
2 Nel diploma di Ottone III del 25 Febbraio 998 (RCP, Alto Medioevo, 105) sono riconosciute al vescovo di Pistoia tanto la plebs, quanto la curtis de Lizano. La pieve era sorta lungo un itinerario altomedioevale che attraverso gli alti valichi dell’Appennino collegava Pistoia con Modena:
3 Sono 43 Sovrani germanici che con i loro eserciti si recano dal Papa per l’incoronazione ad Imperatore del S.R.I.
4 (X) La croce di Anno Santo risale al 1933 che durò fino alla Pentecoste del 1934, gli Arcivescovi tedeschi fecero un altro viaggio a Roma dal 10 al 25 aprile 1934. Durante questo pellegrinaggio fu consegnata una croce di Anno Santo alle confraternite partecipanti. questa croce porta ancora il nome del presidente della fratellanza: il contadino Klinken di Hehner.
5 l’antica contrada di Cutigliano è nota da molti documenti medievali come centro abitato di rilevante importanza perché sede con San Marcello del Capitanato della Montagna Pistoiese
6 1 miglio toscano = 1,64609 km 1 braccio =0,583 m 1 pertica = 3 m ca